Cos’è il burnout?

Il burnout è generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di demotivazione e ridotta realizzazione personale, stanchezza mentale e mancanza di energie. È una condizione provocata da stress derivante dall’ambito lavorativo.

Quali sono i fattori stressanti?

La sindrome del burnout è associata principalmente alle professioni sanitarie e socio-assistenziali. Infermieri, operatori socio-sanitari e assistenti familiari svolgono infatti attività a forte rischio di stress, in quanto caratterizzate dall’esposizione ad un’ampia gamma di situazioni e circostanze delicate. I fattori che possono provocare stress sono molteplici: un carico di lavoro eccessivo o comunque molto pesante, orari di lavoro irregolari o che non permettano lo sviluppo di una vita sociale equilibrata, stanchezza fisica, un grande impegno emotivo legato al contatto con pazienti malati e alle loro famiglie o con pazienti con comportamenti difficili, mancanza di supporto da parte dei colleghi o conflitti con essi, supervisori e medici particolarmente severi, nonché le preoccupazioni relative alle proprie conoscenze e competenze tecniche ma anche lo scarso riconoscimento lavorativo o di carriera.

Il burnout si sviluppa più facilmente nelle persone che hanno determinate caratteristiche personali come l’introversione, tendenza a porsi obiettivi irraggiungibili, adottare uno stile di vita iperattivo, personalità autoritaria, etc.

Quali sono le conseguenze?

Le inevitabili conseguenze sono l’aumento dell’assenteismo, dato che la persona non è più motivata a lavorare, la riduzione di produttività e nei casi più estremi l’abbandono del posto di lavoro. È necessario dunque applicare delle strategie di gestione dello stress e di prevenzione del burnout sulla cura di sé (delle proprie emozioni e pensieri). La Struttura deve adoperarsi affinché il personale acquisisca fiducia e stima in se stesso, deve investire sulla formazione affinché il personale possa  sentirsi coinvolto, realizzato e soddisfatto del lavoro che svolge, diventando sensibile e proattivo nelle tematiche della buona gestione, innescando un circolo virtuoso che porta ad un miglioramento della qualità del servizio, con un efficace autocontrollo che si evidenzia anche in un minor tasso di assenteismo ed un maggior coinvolgimento nelle attività svolte.