Il 4 e 5 aprile si è svolto, presso La volta del Vescovo a Piacenza, il Meeting delle Professioni di Cura organizzato dall’Editrice Dapero. Due giornate estremamente interessanti di workshop, convegni, presentazioni di libri e consulenze personalizzate rivolte ad aziende, manager e professionisti del settore socio-sanitario. Il meeting ha avuto un grosso successo, confermato dall’elevato numero di partecipanti.

Il tema è stato la “Casa” vista non solo come luogo per le cure domiciliari, ma anche come realtà semi-residenziale e residenziale. L’obiettivo era quello discutere e cercare di trasformare le Strutture da luoghi di cura a luoghi di vita. Tutti i relatori dei workshop ai quali abbiamo assistito hanno espresso il concetto che sentirsi a casa significa stare in un luogo in cui ci si sente a proprio agio, sicuri e protetti, dove ritroviamo la nostra identità ed energie nonché le persone a noi care.
Bisogna quindi ripartire da questo concetto e lavorare per far sentire il Residente (non chiamiamolo più ospite!) veramente a casa sua. Ciò può avvenire se tutto il personale è correttamente formato, motivato e pronto a questo cambiamento. È necessario quindi che ci sia da parte di tutto il personale la consapevolezza e la voglia di interagire in modo multidisciplinare ed, insieme alla collaborazione e scambio di informazioni con famiglia, personalizzare realmente il servizio, la cura e le attenzioni che si dedicano a ciascun Residente. Diventa quindi fondamentale creare fin da subito una vera relazione di fiducia, “un’alleanza” con la famiglia in quanto essa è una degli attori principali della presa in carico dell’anziano fragile nonché depositaria della sua memoria. Per tale motivo è necessario raccogliere dai famigliari (ma anche dal Residente stesso, se ne è in grado) le informazioni in modo approfondito e puntuale riguardo alla sua storia, preferenze, abitudini, peculiarità e valori. Solo così si potrà realmente “entrare in relazione” con l’anziano e personalizzare la sua presa in carico.
Pertanto, seppure all’interno delle Strutture ci devono essere procedure e protocolli da seguire, al tempo stesso tempo ci deve essere una reale umanizzazione delle cure e personalizzazione del servizio in tutte le azioni quotidiane che il personale compie verso i Residenti. Tutto questo è possibile attraverso l’empatia e le capacità degli operatori, che devono entrare veramente in relazione con l’anziano in modo del tutto personale.

Un convegno interessante e non banale in cui la parte teorica e la parte pratica si sono fuse insieme portando valore attraverso testimonianze ed interventi di persone che ogni giorno lavorano con passione ed impegno in questa realtà.