Il 21 Settembre è la giornata mondiale dedicata all’Alzheimer nella quale vengono organizzate diverse iniziative di sensibilizzazione in tutta Italia e nel mondo. Convegni sul tema, testimonianze, check-up gratuiti sono tutti strumenti utili per portare a conoscenza le cause e i sintomi della malattia in modo da favorirne la prevenzione.

Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce circa mezzo milione di italiani sopra i 60 anni. È un tipo di demenza irreversibile che colpisce il cervello provocando problemi con la memoria, il linguaggio e il comportamento. Il maggiore sintomo è la difficolta nel ricordare informazioni recenti, appuntamenti, cose che si devono fare ma tra i sintomi ci sono anche cambiamenti d’umore e di comportamento, disorientamento e confusione, difficoltà nel parlare e nel camminare. Purtroppo, l’Alzheimer non colpisce solo ultra sessantenni ma può aver anche un’insorgenza precoce nelle persone tra i quaranta e i cinquant’anni. I farmaci presenti sul mercato oggigiorno sono in grado di rallentare il decorso della malattia permettendo di conservare le proprie capacità il più a lungo possibile ma non offrono una cura definitiva.

Diversi sono i fattori di rischio per l’insorgenza della malattia come l’obesità, la scarsa attività fisica, l’ipertensione, il diabete, il fumo e molti altri. Chi soffre di patologie vascolari è più soggetto a sviluppare la malattia e per questo deve cercare di modificare il proprio stile di vita. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come l’esercizio fisico e la dieta mediterranea siano utili, di pari passo con allenamenti cerebrali come l’utilizzo di semplici giochi, quiz o la lettura, a prevenire la malattia.

La diagnosi avviene per esclusione dopo aver valutato le condizioni fisiche e mentali. Lo specialista sottopone il paziente a diversi test tra cui il Mini-Mental State Examination che permette di valutare lo stato di avanzamento della malattia e la gravità della stessa. Nel test, oltre alle classiche domande di orientamento temporale e spaziale, viene richiesto di disegnare una figura, scrivere una frase e ricordarsi delle parole. Ad ogni risposta corretta viene dato un punto, la somma dei punti dovrebbe permette di capire se la compromissione è grave o solo lieve. In ogni caso il test è solo orientativo, essendoci altri fattori da valutare per una corretta diagnosi.  Per avere la certezza sulla diagnosi vengono svolti test di laboratorio (sangue e urine) ma anche test specifici come risonanza magnetica, TAC, SPECT o PET.

Il malato di Alzheimer è una persona come le altre che non deve essere costretto a cambiare stile di vita abbandonando i suoi interessi e le sue passioni. Molte attività devono però essere trasformate e modificate in base alle sue abilità attuali per permettergli di continuare la sua vita in serenità. La famiglia assume un ruolo importante in queste situazioni: da un lato deve sostenere il malato ed aiutarlo, dall’altro deve capire come gestire la situazione e tutto lo stress che ne deriva. Per questo, parlare dell’argomento e creare un gruppo di sostegno aiuta a combattere la solitudine del malato e dei suoi familiari che spesso, in casi come questi, tendono ad isolarsi.