Nel Recovery Plan si darà spazio alla cura territoriale con investimenti per 7 miliardi – dal 2022 al 2026 – per la realizzazione di Case di Comunità, di Ospedali di Comunità e per il potenziamento della cura domiciliare.

Le Case di Comunità sono centri di prossimità per le cure primarie e supporteranno i bisogni sociali ed assistenziali della comunità in cui sono inserite, con l’obiettivo di garantire parità di accesso e di trattamento alle cure attraverso percorsi personalizzati per la salute. All’interno ci sarà spazio per gli ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri ma anche ambulatori specialistici, punto prelievi, servizi sociali e assistenziali rivolti a persone anziane e fragili, etc. È previsto anche il Punto Unico di Accesso (PUA) per le valutazioni multidisciplinari. Si prevede l’attivazione di quasi 1.300 Case di Comunità entro metà del 2026 che potranno essere sia strutture nuove che esistenti. All’interno sarà presente personale amministrativo, medici di medicina generale ed infermieri. L’investimento previsto è di 2 miliardi di euro.

Gli Ospedali di comunità, o Presidi Sanitari di assistenza primaria a degenza breve, prevedono un intervento di 1 miliardo di euro al fine di realizzare circa 380 Ospedali. Questi presidi accolgono 20 pazienti per degenze brevi, con cure h24 e sorveglianza continua, e sono destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità.

Gli ospedali, a prevalente gestione infermieristica, hanno l’obiettivo di alleggerire l’accesso dei pazienti in pronto soccorso. Negli ospedali di comunità ci sarà sempre un medico per 4/5 ore al giorno e 6 giorni su 7, infermieri e OSS.

Il potenziamento della cura domiciliare ha come obiettivo quello di curare al proprio domicilio il 10% degli over 65. Si va da un minimo di una visita al mese ad un massimo di 15 visite al mese in caso di cure palliative. Si prevede anche l’attivazione di circa 600 Centrali Operative Territoriali (COT) che avranno come funzione principale quella di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari.

Inoltre, al fine di potenziare ulteriormente le cure domiciliari è stato stanziato un finanziamento da 1 miliardo per progetti di telemedicina.