Il 24 e 25 novembre si è svolta a Bologna la tredicesima edizione del Forum della Non Autosufficienza organizzata dal Gruppo Maggioli. Un ricco programma di convegni e workshops dai differenti temi con proposte di metodologie operative formulate da professionisti del settore, best practices nonché presentazioni e discussioni di innovazioni organizzative.

L’evento è diventato negli anni un punto di riferimento nazionale per i professionisti e gli operatori dei servizi alla persona e per chi – a vario titolo – si occupa delle persone non autosufficienti; si rivolge infatti ad un pubblico molto variegato: dai direttori di strutture residenziali a infermieri, fisioterapisti, medici, assistenti sociali ed educatori professionali, etc.

ComfortCura, come ogni anno, ha partecipato al Forum della Non Autosufficienza dove uno dei temi trattati è stato “Il posto del welfare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”, nel quale si è parlato di inclusione sociale, che può essere attuata riducendo il divario tra le regioni e migliorando la coesione territoriale, interpretando le esigenze dei fragili al fine di superare le disuguaglianze, accentuate maggiormente da questo periodo di pandemia.

Si è parlato molto anche di tutto ciò che riguarda le tecnologie innovative, la trasformazione digitale dell’assistenza, le innovazioni nella cura, la telemedicina a supporto dei servizi socio-sanitari. Le innovazioni tecnologiche costituiscono occasioni preziose di potenziamento nel lavoro di assistenza alle persone fragili ma ciò impone innanzitutto di poter disporre di queste tecnologie, oltre ad un cambiamento culturale da parte dell’organizzazione, la formazione degli utilizzatori che dovranno acquisire nuove competenze, nonché responsabilità professionale da parte di tutti. Non ultimo il problema della cyber security e della privacy nel trattamento dei dati dei pazienti.

Si è quindi parlato di come è cambiata l’assistenza socio-sanitaria dopo la pandemia, di quali sono i bisogni emergenti e gli spunti operativi ed organizzativi, di come gli anziani affetti da demenza hanno vissuto questo periodo e di come le strutture sono intervenute al loro interno per riorganizzarsi, creare una cultura del socio-sanitario partendo dagli operatori per dare un’assistenza personalizzata agli ospiti con fragilità cognitive, grazie anche alle terapie non farmacologiche che permettono di potenziare le capacità residue delle persone affette da demenza.

Tantissimi i workshop, tutti estremante interessanti e meritevoli di riflessioni.