Tutto si trasforma, si innova e si digitalizza. La tecnologia diventerà sempre più parte del nostro quotidiano e ci semplificherà di molto la vita. Tutti i giorni noi stessi testiamo i progressi in campo tecnologico e dopo computer, cellulari e macchine senza conducente, la nuova sfida riguarda i robot. Ma non intendiamo i robot giocattolo o quelli da cucina, intendiamo robot con funzioni umane.

Ormai si sente spesso parlare di robot sociali, ma cosa sono e come potrebbero aiutarci?

I robot sociali sono quei robot per cui l’interazione sociale svolge un ruolo chiave. Sono capaci di interagire con gli esseri umani seguendone i comportamenti. Le loro sembianze sono pressoché umane poiché uno studio ha dimostrato che se essi somigliano più agli umani ispirano maggiore fiducia e simpatia.

Questi tipi di robot possono avere una funzione di supporto sociale in contesti terapeutici. Un esempio è Doro, robot domestico realizzato dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per supportare le persone anziane o non autosufficienti.

Doro aiuta nella somministrazione della terapia farmacologica, ricordando quando è il momento di prendere le pastiglie, nella deambulazione, e nel contatto con i famigliari. Infatti attraverso lo schermo che porta all’altezza del tronco, è possibile contattare parenti e amici per sentirsi meno soli.

Ha un aspetto simpatico, alto quasi 1 metro e mezzo per favorirne la comunicazione, ha un braccio meccanico per aiutare gli anziani nelle situazione di tutti i giorni come aprire semplicemente una bottiglia d’acqua o una porta. Grazie a diversi sensori presenti è in grado di riconoscere situazioni critiche come cadute e mettersi in contatto diretto con l’assistenza. Può quindi svolgere diverse funzionalità e essere di grande aiuto sia in contesti sanitari e socio-sanitari, sia a casa.

Ci sono moltissimi altri progetti in tutto il mondo di robot specificatamente realizzati e dedicati alla cura e all’assistenza degli anziani e molto presto potremo vederne alcuni all’opera all’interno delle RSA e degli ospedali italiani.