Il cambiamento demografico e l’invecchiamento della popolazione sono due delle sfide che tutti i sistemi di governo dovranno affrontare nei prossimi anni. Si stima che la popolazione di età superiore agli 80 anni raddoppierà, passando dai 5,4% ai 12,7% a livello europeo.
Si punta quindi ad un mix di innovazione sociale e tecnologica e a nuovi approcci per migliorare le cure e l’assistenza. L’Europa si orienta soprattutto alla digitalizzazione dei processi di cura, al fine di seguire i pazienti anche a distanza, e a creare una rete costituita da famigliari, vicinato e amici attorno alla persona anziana.
In un mondo sempre più connesso, pare normale la connessione anche in ambito sanitario tramite apparecchi elettronici quali tablet, smartphone e altri rilevatori di dati clinici capaci di acquisire e scambiare informazioni via internet. Questa possibilità di essere sempre connessi e monitorati porta ad un consistente incremento del benessere emotivo dell’anziano legato al maggior senso di sicurezza e protezione percepito, ad una migliore abilità e padronanza nel gestire le proprie condizioni di salute ed a una riduzione significativa dello stato d’ansia.
Ovviamente da questi nuovi modelli emergono delle criticità da considerare e superare affinché gli stessi possano divenire prassi diffusa e consolidata facendo crescere le competenze digitali degli anziani stessi e di tutti gli altri attori coinvolti, migliorando l’utilizzo delle tecnologie e la fruizione delle cure da remoto.
A livello Europeo esistono diversi progetti finanziati dall’Unione Europea come E.CA.R.E il cui obiettivo è la riduzione dell’isolamento sociale e delle difficoltà psicologiche, fisiche e relazionali delle persone anziane che vivono nella propria abitazione attraverso tecnologie mobili oppure CAREWELL il cui obiettivo è quello di sviluppare cure integrate socio-sanitarie dedicate agli over 65 in situazione di fragilità e cronicità attraverso strumenti ICT.