Il sale è un alimento sempre presente sulle nostre tavole e in una miriade di prodotti che mangiamo. Serve a dare più gusto alle pietanze però spesso si eccede con il suo consumo senza conoscerne a pieno i rischi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo giornaliero di sale non superiore a 5 grammi (che corrisponde a circa 2 grammi di sodio) cioè circa un cucchiaino da caffè. La maggior parte del sale che ingeriamo deriva dai cibi confezionati e precotti e dal sale che aggiungiamo volontariamente nella preparazione dei piatti; solo una piccola quantità è presente naturalmente nei cibi. Ne esistono di diversi tipi e colori, alcuni più prestigiosi di altri, come il sale Blu di Persia ricco in potassio e cloro o il sale Rosa dell’Himalaya.

Come in tutte le cose, gli eccessi fanno male e in questo caso un consumo eccessivo di sale può portare all’insorgenza di malattie come l’ipertensione che è la principale causa di infarto e ictus. Basti pensare che riducendo un po’ il consumo di sale si può arrivare a ridurre la pressione arteriosa di 2-8 mmHg.

Chi soffre di insufficienza renale, scompenso cardiaco e cirrosi, deve impegnarsi a ridurre l’apporto di sale dato che queste malattie alterano i normali meccanismi ritenendo maggiormente il sodio. Un‘altra malattia dovuta ad un consumo eccessivo è l’osteoporosi poiché l’eccesso di sale favorisce l’escrezione renale del calcio contenuto nelle ossa.

Anche da un punto di vista estetico, il sale ha spiacevoli conseguenze negative. Esso, infatti, favorisce la ritenzione idrica provocando gonfiore e cellulite.

Per ridurre il sale bisogna prefiggersi obiettivi semplici e abituarsi gradualmente a consumare cibi poco salati. Ecco quindi alcuni accorgimenti e consigli pratici per ridurre l’utilizzo di sale, ma mantenendo il gusto delle pietanze:

  1. Preferire cibi freschi o cucinati in casa piuttosto che quelli in scatola o già pronti.
  2. Diminuire il consumo di salumi, snack salati, formaggi, salse, bevande energetiche, etc.
  3. Sostituire l’utilizzo del sale con quello delle erbe aromatiche o delle spezie per insaporire i piatti. A questo proposito un valido alleato è il gomasio: un composto di sesamo pestato e tritato con del sale marino. Viene dal Giappone e solitamente è usato per condire le insalate. La quantità di sale marino presente è davvero ridotta, infatti la proporzione è di 1:10.
  4. Salare l’acqua di cottura della pasta solo a fine cottura cosi che venga assorbito meno sale.
  5. Controllare l’etichetta dei prodotti e prediligere quelli la cui quantità di sale non superi gli 0,4 gr per porzione.

L’obiettivo è ridurre ma non eliminare totalmente l’utilizzo di sale perché è un componente che serve all’organismo per funzionare correttamente.